Sommario
Roberta Iacovelli parte da se stessa, dalle sue iniziali e ci porta dentro la sua RIvoluzione. Di parole chiave e capisaldi a cui si lega profondamente, passato e presente che si uniscono per realizzare il nuovo. RIbellarsi ai canoni di bellezza, scegliere di amarsi, accettarsi per pregi e difetti. Cambiare il proprio status quo verso una vera e propria RiVoluzione che non si ispira a nessun canone estetico,ma ti permette di rimanere fedele a te stesso. Questa una vera storia RiBelle!
Roberta raccontami di te. Chi era Roberta prima di diventare consulente d’immagine e qual’è stato il motore propulsore che ti ha spinto verso questo mestiere?
Non possiamo identificare il mio percorso come “rettilineo”. Anche se in qualche modo è stato molto coerente avendo avuto sempre un comune denominatore: la comunicazione attraverso l’immagine.
Prima di iniziare la mia avventura come Consulente d’Immagine lavoravo come Art Director, prima in agenzia poi come freelance Spot. Campagne pubblicitarie, set fotografici, slogan brochure, allestimenti per punti vendita e qualsiasi altro materiale di comunicazione erano pane quotidiano.
Poi con l’arrivo del digitale e con la conversione in freelance, ho dovuto, per così dire, cambiare pelle. Lavorare più sul lato grafico, progettando loghi, immagini coordinate e creando social visual identity anche per piccole e medie imprese. A quel punto però ero a un bivio: specializzarmi nel digitale oppure reinventarmi?
La verità: sentivo che non stavo sfruttando tutto il mio potenziale, soprattutto che mancava il lato umano nel mio lavoro. Non riuscivo ad immaginarmi davanti a quel computer per tutta la vita, avevo bisogno di contatto umano. Volevo mettere le mie competenze al servizio di persone vere e non prodotti o aziende.
Ed è seguendo il filo di questo pensiero che sono approdata alla consulenza d’immagine. Complice anche la mia passione per la moda e il colore. Sono sincera, quando ho frequentato il mio primo corso di armocromia, non avevo la minima idea di quello che mi sarei trovata davanti. E invece quel corso è stato galeotto. Possiamo dire sia stato un blind date fortunato in cui trovi l’anima gemella e la mia era proprio l’armocromia.
Ho capito che potevo unire e creare sinergia tra i miei 2 mondi: grafica/creatività e colore. Grazie alla creazione di tool creativi e innovativi, diversi da quelli presenti nel mercato attuale. Per un soggetto multipotenziale come me, è stata una RIvelazione. E mi ringrazio ogni giorno di non essermi accontentata. Cercando di imparare, di migliorarmi ed aggiornarmi su nuovi fronti, non digitali ma umani.
A quel punto la mia RIvoluzione era iniziata. E quale modo migliore di identificarla se non con parole che portano le mie stesse iniziali? Ed è così che è nata RIbelle.
C’è stato un evento oppure un incontro in particolare che ti ha portato a scegliere questa strada?
Il piacere di curare la mia immagine ha sempre fatto parte della mia vita. Grazie a mia madre e le mie
nonne, tipiche donne anni 50/60, curate, attentissime all’apparenza e al galateo. Ma l’idea che lavorassi nell’ambito della moda non era nei loro piani.
Nel 2008, feci un colloquio con la tutor di una scuola di moda che fu di grande ispirazione. Fu lei a consigliarmi di lavorare come Consulente d’Immagine piuttosto che come Fashion Stylist (motivo per cui ero lì). Non sapevo neanche che lavoro fosse.
Mi rimase così impresso quel colloquio che quando nel 2018 decisi di reinventarmi mi ricordai delle sue
parole: “Roberta tu saresti perfetta come Consulente d’Immagine” e semplicemente mi buttai! Turning point: la mia creatività sarebbe stata al mio servizio per intraprendere la mia nuova attività.
Se dovessi raccontarmi che cos’è la consulenza d’immagine, oltre i tool, i drappi ed il centimetro: dammi la tua definizione di questo lavoro.
Io lo definisco un “incantesimo senza trucco”. Valorizzarsi non è un atto di mera bellezza, è un atto di amore verso se stessi, ed è un atto creativo per il consulente. La consulenza d’immagine è il mezzo migliore per raggiungere i propri obiettivi a lungo termine. Sviluppa il proprio capitale erotico, risorsa fondamentale per la crescita del capitale economico e sociale, vedi lavoro e vita privata. Quando capisci la potenzialità dell’immagine ti rendi conto delle sue infinite possibilità.
Nel mio caso particolare, per esempio, non solo mi ha valorizzata nell’aspetto e nell’atteggiamento. Mi ha permesso di creare un business da zero basato sulle skills innate e competenze apprese nel corso della mia carriera. I tool che realizzo, infatti, sono il frutto delle mie competenze passate, unite al mondo della consulenza d’immagine. E quando penso a quanto tutto questo abbia cambiato la mia vita ancora non ci credo.
Quale deve essere, secondo la tua esperienza, una dote imprescindibile (ma non necessariamente innata) per una persona che svolge o che vuole intraprendere questo mestiere?
È fondamentale essere empatici. Quindi saper ascoltare e leggere tra le righe le parole del cliente. Capire il motivo profondo che spinge una persona ad intraprendere questo percorso perché il viaggio non sarà in superficie. Ma anche essere un punto di riferimento: essere di ispirazione, di esempio, motivare, spronare significa essere anche generosi emotivamente.
Ma soprattutto bisogna creare un ambiente safe dove il cliente non si senta giudicato. Il vero consulente va a fondo, non fa solo un lavoro “esteriore” ma è introspettivo. E last but not least, la gentilezza: l’arma più potente che conosca.
Guardandoti intorno qual’è il feeling che percepisci relativamente a questo mestiere? Cosa ne pensano le persone che incontri? Come è percepito? Positivamente o negativamente, concretamente o a livello superficiale cosa veicola queste percezioni?
ll feeling è contrastante, c’è il believer/lover e lo scettico. Ma di base quando mi presento come consulente d’immagine la reazione è mista tra ammirazione, stupore e ignoranza. Quindi è molto difficile scardinare pregiudizi o ignoranza in materia.
Anche chi ne è affascinato ha una visione distorta e patinata. L’opinione cambia “in positivo” quando si comprende che la consulenza può realizzare obiettivi personali. Obiettivi che non si fermano ad un cambio di taglio, ma vanno ben oltre.
Purtroppo ultimamente sta rischiando di inflazionarsi. I più superficiali pensano che basti un corso di 8 ore per chiamarsi consulenti d’immagine. Ciò rovina e svaluta molto questo mestiere e per questo la soluzione è aggiornarsi, specializzarsi. E anche mantenere sempre viva la voglia di imparare oltre che, ovviamente, sapersi distinguere.
Qual’è l’aspetto di questo lavoro che trovi più avvincente? C’è un ambito che puoi dire ti rappresenti di più? Perchè ed in che modo?
Sono fortunata perché nel mio caso sono due. Prima di tutto mi nutro della gioia, autostima, sicurezza che provano i miei clienti dopo aver svolto la consulenza. Vederli trasformati a distanza di mesi è pura estasi. Vederli forti e sicuri mi riempie di orgoglio perché i semi lasciati hanno dato ottimi frutti.
Poi c’è l’atto creativo di produrre tool innovativi per me e per le mie colleghe che mi fa sentire completa. Perché è la prova che il mio passato lavorativo è stato funzionale al mio futuro: insomma niente è andato sprecato. Ed io odio lo spreco, materiale o immateriale che sia.
Odi lo spreco immateriale e infatti utilizzi tutto il know how anche oggi che fai un altro mestiere. E per limitare lo spreco materiale? Tema di cui sarebbe importante parlare in modo sempre più approfondito..
Esatto, ed è un tema a me molto caro, i miei clienti lo sanno bene! Ti faccio alcuni esempi di ciò che concretamente faccio per limitare gli sprechi. Per esempio nella realizzazione dei tool, ho una ferrea etica “no waste“. Ogni prodotto è pensato e realizzato per non sprecare carta.
Se realizzo una fustella lo scarto servirà per un altro tool, in questo modo la preziosissima carta non andrà sprecata. Per esempio il mio Armo Starter Kit lo scarto del foro, diventato magicamente una half moon palette beauty. Che completa il tool, o rende ricco. Oppure il kit realizzato per l’Accademia Consulenza d’Immagine: lo scarto del foro centrale diviene una palettona di stagioni calde/fredde.
Se dovessi dare un consiglio, un suggerimento, indicare una strada, cosa consiglieresti a chi si avvicina oggi alla consulenza d’immagine? E (so che questa domanda potrà risultare particolare) se potessi lasciare un message in the bottle ai posteri. Che cosa diresti ai tuoi colleghi consulenti?
Per prima, prima di imparare il mestiere, è fondamentale fare in prima persona un percorso di consulenza da un professionista. E’ un’esperienza che almeno una volta nella vita va fatta. Anche solo per capire come ci si sente on the other side. Per poter prevenire, o almeno comprendere, le problematiche del tuo futuro cliente.
La seconda cosa è non smettere mai di imparare, non fermarsi al primo corso, aggiornarsi sempre. La formazione è fondamentale e deve essere affidata a professionisti. Inoltre, se il background è compatibile, trovare il link che leghi la vecchia professione alla nuova. Sarà il tuo valore aggiunto.
Infine creare collaborazione tra colleghi: l’ammirazione è sempre meglio dell’invidia! E ci tengo a sottolinearlo perchè se sono qui oggi, a raccontarti della mia esperienza è grazie alla collega (ormai la posso chiamare così) che 3 anni fa mi chiese di realizzare i tool per la sua Accademia, oggi la prima Associazione Italiana di Consulenti D’Immagine. E con questo lavoro “commissionato” mi ha iniettato una dose massiccia di fiducia nelle mie capacità.
Se da una semplice palette, ora ho un carnet di tool per consulenti è soprattutto grazie alla fiducia che lei ha nutrito nei miei confronti e nella mia creatività. Le devo molto. E questo è un esempio plateale di come la collaborazione e l’ammirazione portino sempre e solo buoni frutti.