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Quanto è importante fare una buona prima impressione sul posto di lavoro, imparando ad adeguarsi e rispondere in maniera conforme al dress code? Soprattutto in ufficio, l’immagine che si crea attraverso l’abbigliamento può comunicare molto di una persona: autorevolezza, attenzione al dettaglio, e persino la propria posizione gerarchica all’interno di un’organizzazione.
Il dress code business formal da uomo si colloca all’apice dell’eleganza lavorativa, riflettendo serietà e professionalità: questo standard, composto da una serie di parametri ben definiti, serve a guidare gli uomini nell’arte di vestirsi in maniera impeccabile per l’ufficio, riunioni importanti, colloqui o eventi formali.
La base del dress code business formal da uomo: Il completo
Il completo è il caposaldo del dress code business formal da uomo: questo capo trasmette carisma, affidabilità e indipendenza.
Partiamo dalla giacca, preferibilmente blu scuro, un colore classico e versatile per l’ambiente di lavoro formale che esprime il massimo del proprio potenziale quando è coordinata con i pantaloni. Questi ultimi devono essere ben stirati, con una piega marcata e una lunghezza tale da sfiorare la scarpa, ma senza che arrivi fino a terra.
Le calze dovrebbero essere di un colore abbinato al resto dell’abbigliamento, in genere scuro. Le scarpe sono un elemento cruciale: eleganti e tradizionali, possono essere scelte dalle più formali Oxford nere alle Derby marroni, adatte a vari tipi di abbigliamento formale.
La cintura o le bretelle sono utilizzate per assicurare che i pantaloni restino al posto giusto e siano ben aderenti, oltre ad aggiunge un tocco di eleganza retrò. La cintura di pelle, quando presente, dovrebbe essere abbinata alle scarpe.
Infine, le cravatte, che aggiungono un tocco di personalità all’ensemble. Qui vediamo diversi stili e colori, ma per un vero business formal, le cravatte dovrebbero essere di seta e in colori non troppo sgargianti, preferibilmente a tinta unita o con pattern discreti.
Un focus sulla camicia
La camicia, che è la base di ogni outfit formale, viene mostrata in due varianti: una bianca e una a righe blu. La camicia bianca è un classico intramontabile, perfetta per qualsiasi occasione formale e facilmente abbinabile con qualsiasi colore di cravatta e completo. La camicia a righe blu, invece, aggiunge un po’ di texture e dimensione all’abbigliamento pur mantenendo un’aria professionale.
Oltre al colore quando si sceglie la camicia da abbinare ad un abito con un dress code business formal bisogna interrogarsi sul tipo di colletto:
- Italiano: ampio e aperto, è adatto a chi vuole indossare nodi di cravatta larghi e voluminosi.
- Semi Italiano: simile al collo italiano ma meno ampio, offre un look formale ma con una maggiore versatilità.
- Club o Tondo: caratterizzato da punte arrotondate, è meno comune nel dress code business formal, ma può essere un’opzione per chi vuole distinguersi.
- Francese: è uno stile molto diffuso, con punte meno aperte rispetto all’italiano, che
supporta bene vari tipi di nodi di cravatta.
- Dritto: con punte che vanno dritte verso il basso, è adatto per un look più sobrio e si abbina bene con nodi di cravatta piccoli o medi.
Analogamente ci sono diverse alternative anche sul polsino che può essere:
- Smussato: con angoli dei polsini leggermente arrotondati, è uno stile molto comune e versatile.
- Rotondo: una variazione più morbida e meno formale del polsino smussato.
- Dritto: con angoli netti e precisi, è un altro classico adatto a contesti formali.
Per un dress code business formal, si tende a scegliere una camicia con colletto italiano o francese, che sono più adatti a contesti formali e supportano meglio le cravatte. I polsini possono essere scelti in base alle preferenze personali, ma quelli con angolo smussato o dritto sono i più tradizionali e formali.
Una curiosità: perché l’abito blu e la camicia bianca sono sinonimo di autorevolezza?
Nell’antichità, le palette cromatiche erano limitate ai pigmenti disponibili in natura, siano essi di origine minerale, animale o vegetale. A differenza del rosso, il blu non si prestava agevolmente né alla creazione né al fissaggio sui tessuti, risultando così poco popolare nel mondo classico. Solo con le popolazioni egizie del terzo millennio a.C., cominciamo a vedere i primi esperimenti riusciti nella produzione di questo colore.
La difficoltà di estrazione e la rarità contribuivano all’alto costo del blu, estratto principalmente dai lapislazzuli, trasformando questo colore in un simbolo di lusso e nobiltà durante il Rinascimento. Infatti, il blu costava di più del nero, che si otteneva dal carbone, e chi lo indossava acquisiva prestigio e dignità. Il blu evoca l’infinito del cielo e la tranquillità degli specchi d’acqua come il mare, ma anche la dimensione celestiale e la profondità dell’universo. Contrariamente alle aspettative comuni, è considerato il colore dell’amore incondizionato, quello materno.
Nelle sue tonalità più chiare, il blu invita alla riflessione e alla contemplazione, tanto che ne troviamo traccia nei luoghi sacri, come la Moschea Azzurra di Istanbul. L’Istituto Pantone lo descrive come un colore che “porta un senso di pace e tranquillità allo spirito umano”.
Durante l’industrializzazione, il blu ha acquisito un nuovo significato simbolico. Fu utilizzato per conferire autorevolezza alle tute da lavoro in denim create da Levi Strauss, nonostante i primi jeans fossero di tonalità cachi. Le autorità di quel tempo, decidendo di tingere di blu le tute, intendevano convincere i contadini che il lavoro in fabbrica avrebbe elevato il loro status sociale.
Il bianco, d’altra parte, trasmette un’eredità di purezza, incorruttibilità e luminosità. Già nell’antica Grecia, il dio Pan, simbolo di totalità, indossava abiti di questo colore, ma la connessione divina del bianco si estende alla cristianità, dove si manifesta nella veste di Cristo risorto e nello Spirito Santo, simboleggiato dalla colomba bianca, e non meno nel vestiario papale.
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