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Si chiude il sipario sulla settimana della moda milanese

La MFW tra sfilate TOP e altre FLOP

di Redazione
3 min

La settimana della moda milanese è uno degli appuntamenti più attesi per gli appassionati della moda e non solo. Una settimana della moda ricca di celebrazioni, revival e sguardi rivolti indietro per disegnare il futuro della moda che vedremo spopolare per la prossima stagione primavera/estate. Tra i momenti più iconici di questa edizione c’è stato l’ormai fin troppo familiare – e quasi scontato – color “Gucci Ancora”, introdotto da Sabato de Sarno qualche stagione fa e che ancora non demorde. L’apertura della Milano Fashion Week è toccata a Fendi, dal momento che Armani sfilerà ad ottobre a New York. Il momento che abbiamo preferito? Il doppio baciamano di Domenico Dolce e Stefano Gabbana a Madonna.

Fendi celebra Adele Casagrande

Prossima al suo centenario, la maison, apre la settimana della moda celebrando Adele Casagrande, la fondatrice considerata visionaria, finanche pioniera nella sua capacità innovativa, con una collezione che trae ispirazione dalle sue radici. Sono le voci delle sorelle Fendi ad accompagnare le modelle che sfilano ricordando i tratti distintivi della madre che ha lasciato un grande segno nel mondo della moda. Le atmosfere degli anni ‘20, ricche di futuro, speranza e fermento culturale, calcano la passerella reinterpretati in chiave contemporanea, tra abiti lunghi, tessuti leggeri, ricami floreali in rilievo e scarponcini ispirati al guardaroba maschile. I toni pastello si alternano a colori più decisi come il marrone e il blu nelle loro tonalità più nette donando profondità e pienezza. Una collezione che non solo celebra il centenario dell’iconico brand ma che riafferma la sua capacità di unire artigianalità, tradizione, modernità ed eleganza.

L’omaggio delle modelle a Roberto Cavalli

Fausto Puglisi, alla guida creativa di Roberto Cavalli, ha voluto rendere omaggio al fondatore in un momento di moda che, a detta di molti, potrebbe essere definito leggendario. La sfilata Primavera-Estate 2025 è stata la prima dopo la scomparsa del celebre “re dell‘animalier,” avvenuta lo scorso aprile, e Puglisi ha pensato bene di fare un vero e proprio tributo alla sua memoria. Ma chi non avrebbe fatto lo stesso? È quasi un atto dovuto quando il DNA della casa di moda è così intrinsecamente legato a stampe selvagge e tessuti audaci.

Ed ecco che, come in un déjà-vu dai primi anni 2000, Karen Elson, Natasha Poly, Isabeli Fontana, Joan Smalls, Eva Herzigova e Alek Wek hanno fatto il loro ingresso trionfale.

Sicuramente un momento nostalgico, ma verrebbe da chiedersi: non era forse un po’ troppo prevedibile? Certo, veder sfilare queste leggende della moda è sempre un piacere, ma sembra quasi che Puglisi abbia giocato sul sicuro, tirando fuori dal cilindro un classico richiamo a quella sensualità felina che ha reso Cavalli famoso. Tutto impeccabile, tutto glamour, ma senza grandi sorprese. Eppure, non si può negare che, in un’epoca in cui la moda sembra volersi allontanare dalla propria storia a tutti i costi, questo tributo sincero e senza fronzoli al passato sia stato, in qualche modo, rassicurante.

Le modelle di Diesel su 14.800kg di denim…in passerella

Glenn Martens, direttore creativo di Diesel, ha fatto un’entrata trionfale alla Milano Fashion Week con la sua sfilata Primavera-Estate 2025, portando in passerella non solo moda ma anche un forte messaggio di sostenibilità.

La scelta di presentare la collezione in mezzo a 14.800 kg di denim di scarto non è passata inosservata: un gesto potente per evidenziare l’impegno del brand nella circolarità e nel riciclo dei materiali. Il vero colpo di scena è che tutto quel denim non sarà semplicemente “esposto” per impressionare il pubblico, ma Martens ha assicurato che ogni pezzo verrà riutilizzato nel settore automobilistico, dimostrando che Diesel fa sul serio quando si parla di responsabilità ambientale.

Il riferimento agli scandali che hanno visto protagoniste le più grandi case di moda accusate di non essere rispettose del concetto di sostenibilità sociale in senso lato e in un momento così particolare Diesel ha voluto mandare un messaggio chiaro: l’innovazione non deve per forza significare spreco. Una scelta audace e intelligente che sottolinea come la bellezza possa, e debba, andare di pari passo con la responsabilità.

Camicia in tutte le salse con un pizzico di rosa canina per Versace

Sulle note della sinfonia n.5 di Beethoven sfila la collezione SS di Versace con un focus sull’indumento che promette di diventare il vero must have della prossima stagione: la camiciaCasualbusiness, fluide, abiti-camicia, camicie per lo swimwear, in popeline finissimo, scamosciate, doppia tasca, con il colletto a punta anni ‘60, con bottoni automatici in madreperla a vista sul cannoncino, tinta unita o fantasia, il concetto di camicia è declinato in tutte le sue possibili applicazioni.

Ciò che rimane più impresso di questa collezione è la portabilità degli abiti che sembrano essere disegnati per sfilare tra le strade delle città piuttosto che in passerella. Nessun power dressing “alla Versace”, sfrontato, ironico, fuori dalle righe: la donna di Donatella, questa volta, si veste per calarsi per le strade, tra la gente.

Tra le fantasie spunta la rosa canina, il fiore preferito di Donatella Versace, simbolo di indipendenza, delicatezza e gioia di vivere, in perfetta coerenza con una collezione che si dona a tutte le donne nella loro vita “normale”.

Le scarpe con sticker di Moschino

Il nuovo direttore creativo di Moschino Adrian Appiolaza ha dimostrato di saper interpretare e declinare alla perfezione lo spirito giocoso e colorato della maison. Durante la sua ultima sfilata, ha presentato un tocco assolutamente originale: décolleté interamente ricoperte di sticker da supermercato, inclusi quelli con i prezzi. Questa scelta creativa è stata un chiaro omaggio alla filosofia irriverente e pop che ha sempre contraddistinto il marchio Moschino, capace di trasformare elementi della vita quotidiana in dichiarazioni di stile.

Con questa trovata, Appiolaza non solo ha catturato l’attenzione del pubblico, ma ha anche riaffermato il ruolo di Moschino come brand capace di sovvertire le aspettative, mescolando ironia e alta moda in un mix irresistibile. Questi adesivi, normalmente associati a qualcosa di banale come lo shopping di tutti i giorni, sono diventati un elemento di lusso e provocazione, ribadendo che la moda può (e dovrebbe) essere divertente e sorprendente. In un settore spesso troppo serio e ingessato, questa trovata ha portato una ventata di freschezza, ricordando a tutti che la moda non deve mai prendersi troppo sul serio.

Appiolaza ha quindi segnato un punto importante, mettendo in scena un perfetto esempio di come Moschino continui a distinguersi per la sua capacità di reinventare l’ordinario in modo straordinario.

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