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Lo stile silenzioso e coerente di Maggie Smith

Anche l’immagine fa l’icona

di Annalisa Tortora
3 min

Maggie Smith, al secolo Dame Margaret Natalie Smith, scomparsa lo scorso 27 settembre all’età di 89 anni è stata un’attrice di cinema e teatro di grande talento. Nei suoi sessant’anni di carriera è stata capace di lasciare il segno nel cuore del pubblico di tutte le età per i ruoli interpretati, alcuni dei quali, rimarranno indimenticabili grazie alla forza e all’eleganza innate dell’attrice che hanno impresso lo stesso carattere nei suoi personaggi.

La carriera e i ruoli

Maggie Smith ha iniziato la sua carriera teatrale negli anni ’50, affermandosi rapidamente sulla scena britannica e ottenendo nell’arco di pochi anni riconoscimenti internazionali anche con ruoli cinematografici. Uno dei primi ruoli che la rese celebre fu miss Jean Brodie nel film La strana voglia di Jean (1969), per il quale vinse il suo primo Premio Oscar come miglior attrice nel ruolo di insegnante (sarà la saga di Harry Potter a collegare definitivamente il suo volto a quello di un’insegnante) anticonformista e carismatica, mostrando la sua incredibile capacità di incarnare figure femminili forti e allo stesso tempo complesse.

Tra i ruoli più celebri che hanno contribuito a rendere Maggie Smith una star internazionale, ricordiamo Diane Barrie, star inglese che si reca a Hollywood per presenziare alla cerimonia degli Oscar, in California Suite (che le farà vincere proprio il suo secondo Oscar come migliore attrice non protagonista). Sister Act – Una svitata in abito da suora in cui interpretauna rigida e autoritaria madre superiora; Downton Abbey nei panni della temibile e ironica contessa Violet Crawley, con la sua maestria nell’interpretare figure aristocratiche dal linguaggio tagliente e per finire (ma qui citiamo solo una minima parte dei ruoli che l’hanno resa celebre) la Professoressa Minerva McGranitt in Harry Potter, ruolo che ha portato Maggie Smith a essere conosciuta e amata anche dalle nuove generazioni.

Personaggi “alla Maggie Smith”: questione di stile

A essere onesti questa icona del cinema non è mai cambiata pur ricoprendo ruoli diversi e tutti interpretati magistralmente. Ruoli diversi rimanendo fedele a se stessa: donne ironiche seppur con granitica freddezza, snob in modo quasi eccessivo ma sempre naturale, naturalmente dotate di umorismo eclettico e incisivo, anche solo con un’espressione del viso.

Fuori dallo schermo, Maggie Smith ha sempre mantenuto un profilo discreto, nonostante la sua fama mondiale, il suo stile personale ha riflettuto la sua natura riservata e, lontana dai riflettori degli eventi mondani, ha sempre scelto look sobri, eleganti e senza tempo, con una predilezione per i colori neutri come il nero, il grigio e il blu. Abiti eleganti ma semplici, talvolta completati da sciarpe e giacche ben tagliate, riflesso della sua raffinatezza naturale. In occasione di eventi formali la classe innata dell’attrice è stata valorizzata da linee pulite e tessuti pregiati, che hanno rispecchiato, nel tempo, il suo status di icona del cinema e di donna raffinata dallo stile classico ed elegantemente sobrio.

L’abito del personaggio lo identifica (e a volte identifica la persona)

Ed è proprio su questi elementi caratteristici, eleganza, sobrietà, raffinatezza, che hanno sempre puntato i look di Maggie Smith sia nella vita privata che sul set: anche nei ruoli più eccentrici, come quello di miss Jean Brodie o della contessa di Grantham in Downton Abbey, il suo stile è sempre rimasto radicato in una certa classe e misura.

Perchè il vero fascino, ricordiamolo sempre, non risiede solo nell’abito o nel trucco, ma nell’atteggiamento con cui si “porta” un determinato look, a volte, senza cedere alle pressioni di un’industria che spesso premia l’apparenza sopra a tutto, a discapito dell’autenticità.

In “La strana voglia di Jean”, la Smith interpreta questa insegnante dal carisma magnetico, la cui maschera di compostezza cela una serie conflitti interiori. Il suo abbigliamento, elegante ma al contempo audace, riflette la personalità complessa del personaggio: un mix di autorità e fragilità. C’è una scena in cui cammina tra le sue allieve, lo stile impeccabile sottolinea il potere che esercita su di loro, ma anche la sua vulnerabilità, rendendo il suo messaggio ancora più potente.

In Sister Act, è la madre superiora, l’outfit, se così vogliamo dire, è imposto ma la rigidità esteriore contrasta con la comicità del film e l’abbigliamento tradizionale da suora, austero e rigoroso, enfatizza il suo ruolo autoritario, ma il modo in cui la Smith gioca con questo cliché porta alla luce la sua abilità nel mescolare ironia e umanità.

Il personaggio di Violet CrawleyIn, la Contessa di Grantham, in Downton Abbey, è un altro esempio di come l’abbigliamento comunichi potere e snobismo: gli abiti sontuosi sono più di semplici indumenti, rappresentano una visione del mondo in cui il passato e la tradizione si scontrano con il cambiamento e ogni vestito racconta una storia, amplificando la sagacia e l’intelligenza della sua interprete.

Nella saga di Harry Potter la tunica verde scura e i cappelli a punta riflettono il carattere rigido del personaggio, attribuendole autorevolezza e, allo stesso tempo, eccentricità, elevando la sua figura a “guida” severa ma giusta. E parlando di Harry Potter, indugiamo con una piccola curiosità: se vogliamo credere nel potere della magia non possiamo non tenere in considerazione la cabala del numero 27 sottolineando che la professoressa Minerva McGonagall, ha lasciato questa terra lo stesso giorno, a un anno di distanza, del professor Albus Silente, al secolo Richard Harris, morto il 27 settembre 2023 e che con la sua scomparsa sono 27 gli attori del cast della saga a non essere più tra noi.

Coerenza: un segreto per l’iconicità

Maggie Smith è riuscita a rendere iconici i suoi personaggi con una combinazione di talento e presenza scenica connotativi. Il suo stile, sia come attrice che come donna, non ha mai urlato, ma ha sempre sussurrato eleganza e forza e il segreto del suo fascino, forse, risiede proprio in questa delicatezza, in questo modo sottile e riservato di imporsi e rimanere coerente in qualsiasi abito sia calato. Che si tratti di interpretare una rigida ma fedele professoressa di Hogwarts o una sarcastica contessa dell’epoca edoardiana, Maggie Smith ci ha insegnato che lo stile è molto più di un vestito. È questione di carattere, di intelligenza e di eleganza interiore. E questo, forse, è ciò che la renderà davvero un’attrice senza tempo.

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