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Divise aziendali e Uniformi: due facce della stessa medaglia?
“Abito di foggia e colore particolare che viene indossato dagli appartenenti a una determinata categoria, perché siano facilmente distinguibili, riconoscibili”. Questo il significato del termine divisa prestato dal vocabolario. Ed è proprio traendo spunto da questo contenuto che è possibile ampliare lo spettro della definizione ai termini di appartenenza, riconoscimento, finanche valore comune.
Non è insolito dare la stessa accezione al termine “uniforme” spesso associata ai corpi delle Forze dell’Ordine. L’uniforme ha un carattere distintivo: nella storia ha connotato realtà che dovevano e volevano rigidamente differenziarsi dal resto del mondo. Le prime uniformi, militari appunto, comparvero nella storia in prossimità della Guerra dei trent’anni.
Da quel momento in poi gli schieramenti opposti poterono distinguersi tra loro nei colori indossati riconducibili agli stendardi di appartenenza. L’impronta data dagli usi dell’uniforme nella storia vincola in modo assoluto l’immagine di chi la indossa.Imbrigliandola inevitabilmente in paletti di riconoscibilità ad uso del gruppo.Eanche di chi del gruppo non ne fa parte ma facilmente ne riconoscerà i membri. Per questo motivo viene associata principalmente, se non in modo esclusivo, a realtà di carattere istituzionale.
La divisa invece, svincolata dai parametri istituzionali di cui l’uniforme è pregna, permette di essere maggiormente versatile. Tanto da rappresentare un plus nella corporate image poiché aperta a conferire un’identità personale legata ad un contesto di riferimento. Un veicolo per rappresentare un panorama valoriale calato nella persona e nei suoi desiderata. La divisa è capace di infilarsi nei panni del brand che evoca, in questo modo mantiene il carattere identitario che la connota. Ma è plasmabile a realtà ed esperienze sempre differenti.
La divisa non si improvvisa
Se esistono ancora alcuni ambiti in cui il concetto di uniforme mantiene gli stessi standard e rispetta gli stessi presupposti di sempre (proviamo a pensare, nel momento del bisogno, quanto sia rassicurante incontrare un poliziotto in divisa e quanto invece sarebbe destabilizzante non sapere a chi rivolgerti perché nessuno indossa gli abiti della legge).
Nel mondo delle aziende la divisa ha notevolmente cambiato il suo perimetro, pur mantenendo la sua ragion d’essere. Un segno di riconoscimento, un elemento identitario ed insieme un binomio di competenze e personalità.
Nel tempo moderno una divisa, realmente studiata per il brand che rappresenta, veicola professionalità, valori, punti di forza e caratteristiche del brand stesso. E, in qualche modo, anche della persona che la indossa. Per questo motivo una divisa dei brand non si può improvvisare semplicemente seguendo nuance di moda. O che siano in pendant con gli arredi dell’azienda.
Cosa vuoi comunicare ad un cliente che varca la tua soglia? Cosa di te, della tua professionalità, del tuo modo di intendere il lavoro gli permetterai di percepire? Solo osservando le persone che lavorano con te? Sarebbe facile cadere nella tentazione/obiezione che rifiuta in un insieme di abiti tutti uguali uno standard qualitativo.
E vi individua piuttosto un sintomo di omologazione che ingabbia la creatività del singolo. La divisa, invece, influisce in modo importante sull’identità. Questo processo vale per il cliente, che osserva me con indosso una divisa, e per me che, indossandola, mi sento parte di un tutto.
Se inoltre la divisa non viene affibbiata come regime imposto ma l’azienda è capace di raccontare ai suoi stessi dipendenti le motivazioni della sua scelta, i valori che vuole veicolare e l’energia che vuole trasmettere, chi indosserà quegli abiti si sentirà realmente portatore di quei valori. Tenderà a rappresentarli al meglio delle sue capacità. Ed è proprio per questo motivo che un numero sempre maggiore di aziende scelgono di connotare la propria realtà con le divise aziendali. Divise coerenti e rappresentative.
Un filo lega abbigliamento e processi cognitivi
Ciò che indossiamo può fare la differenza sul nostro modo di percepire noi stessi. Ci può dare uno sprone emotivo a fare di più e meglio nell’ambito delle nostre competenze e non solo. L’abbigliamento ha sempre avuto, nel corso della storia, un valore simbolico.
Oltre ad aver sempre rappresentato, in modo più o meno consapevole, un universo valoriale. Per semplificare e spiegare quanto un indumento possa fare la differenza, quanto il “mettiti nei panni di..” possa realmente generare risultati diversi, vediamo l’esperimento di Hajo Adam e Adam Galinsky. Il loro esperimento, Enclothed Cognition, dimostra l’effetto dell’abbigliamento sui processi cognitivi, facendo indossare a due gruppi di persone un camice bianco e dicendo loro di essere medici, in un caso, e pittori, nell’altro.
Come risultato il gruppo dei “medici” attuò performance, in termini di attenzione, nettamente migliori rispetto al gruppo dei “pittori”. Semplicemente perché indossare un camice da medico porta con sé un bagaglio valoriale proiettando gli attori a “comportarsi come se”. E confermando così la teoria per cui gli abiti possono influenzare i processi psicologici di chi li indossa.
Elevare lo standard con le divise aziendali: un’immagine coerente
Le divise aziendali coerenti con l’azienda che rappresentano ci raccontano valori, vision, mission, il mood dell’azienda stessa. In qualche modo intercetta ed accoglie già il suo target di riferimento. Lo fa attraverso i colori, le forme degli abiti, gli accessori che la valorizzano. Il tutto armonizzato e studiato per concretizzare l’immagine fisica di un’idea che si fa impresa. Lo fa soprattutto attraverso coloro che indosseranno quegli abiti diventando a loro volta brand evangelist tout court.
Anche una divisa è un modo di elevare gli standard e soprattutto è un modo, potenzialmente molto efficace, di comunicare. Rappresentasintomo di coerenza ed attenzione, è un’immagine resa affinché l’esperienza del cliente sia immediata dal primo colpo d’occhio.