Sommario
Parlare di Armocromia significa affrontare uno degli argomenti più in voga del momento, soprattutto per i consulenti d’immagine. Nata con Johannes Itten e approfondita da numerosi studiosi nei secoli successivi, è oggi considerata la base dell’attività degli image consultant.
Se è vero che si tende a sovrapporre completamente l’analisi del colore con la professione del consulente d’immagine, è forse più corretto avvicinarsi a questo argomento con un’apertura mentale diversa.
L’Armocromia, in teoria (e forse in pratica)
L’armocromia è una disciplina che si occupa di individuare quali siano i colori che meglio valorizzano
un individuo. Lo scopo è poi creare, in base ad essi, la palette personale. È chiaro, fin da questa prima definizione, che non si tratta di un esercizio di stile volto ad attribuire, come se fosse una sterile etichetta, una stagione di appartenenza.
Sarebbe quindi più opportuno dire cosa non sia l’armocromia:
- non può essere sovrapposto con l’intera professione del consulente d’immagine
- non ha come scopo la mera attribuzione di una stagione di appartenenza
- non è l’unica tipologia di analisi, ma deve essere affiancata a quella della morfologia del corpo (body shape), del viso (facial shape) e dello stile.
A cosa serve quindi l’armocromia? A individuare i colori che valorizzano la persona al fine di creare la palette personalizzata. Uno strumento pratico, utile e di facile consultazione per la persona.
Lo studio del colore ha avuto come sbocco naturale l’armocromia, nell’accezione che abbiamo definito poco sopra.
Molti studiosi, da Johannes Itten in poi, si sono cimentati nello studio del colori. Prima come fenomeno fisico e poi come elemento capace di valorizzare o meno una persona.
Solo per dare qualche riferimento: è stato proprio lui, che è stato insegnante di Scienze dei materiali e del colore alla Bauhaus School of Art in Germania all’inizio del secolo scorso, a raggruppare i colori in insiemi corrispondenti alle tonalità delle stagioni, mettendole in relazione al colore dell’incarnato, degli occhi e dei capelli di chi veniva ritratto. Lo scopo non era ancora l’analisi del colore, ma aiutare i propri studenti del corso di ritrattistica.
In ogni caso, Itten ha individuato la temperatura (calda o fredda) e il valore (chiaro o scuro) dei colori. Sulla base di ciò, ha creato un sistema di 4 stagioni – autunno, inverno, primavera, estate – gettando le basi dell’analisi del colore. Senza addentrarsi nella complessa storia dell’armocromia, è opportuno ricordare che l’apparato teorico che ruota attorno a questo argomento ha subito una profonda evoluzione nel corso del tempo.
I cambiamenti significativi, del resto, sono da mettere in relazione al contesto storico e sociale di uno specifico periodo. Ad esempio: sapevi che fu l’avvento del cinema e la nascita del mito di Hollywood a spingere i registi a riprendere gli studi di Itten? Fino ad allora, erano quasi andati perduti e dimenticati!
In questo senso, ogni consulente d’immagine deve e può scegliere la teoria delle stagioni che preferisce. Si deve tener presente che lo scopo dell’analisi del colore non è lo sfoggio delle competenze teoriche. L’obiettivo è aiutare il soggetto che si affida alla sua professionalità ad esprimere al massimo la propria personalità attraverso uno stile coerente.
Tra i numerosi metodi che si sono diffusi per eseguire l’analisi del colore, si ricorda il Metodo ACI, acronimo di International Color Analysis. Si tratta di un approccio basato sulla Teoria delle 16 stagioni e ideato dalle fondatrici dell’Accademia Consulenza d’Immagine.
L’obiettivo è rendere facile un tema complesso. Grazie al Metodo ACI è possibile eseguire l’analisi del colore, con l’aiuto dei drappi e dei tool, e sulla base di essa creare la palette personalizzata.
Gli strumenti per eseguire l’analisi del colore
L’analisi del colore deve essere svolta preferibilmente in presenza dal momento che la sua esecuzione presuppone l’utilizzo di specifici strumenti. Tra questi non possono mancare:
- Drappi: i drappi di tessuto sono uno strumento che, storicamente, è sempre stato un prezioso supporto per i consulenti d’immagine. Avvicinando i drappi al volto della persona, grazie all’esperienza del consulente d’immagine, si può capire quali siano le tonalità che valorizzano l’incarnato di una persona e quali, invece, siano meno donanti.
- Tool: sono delle cornici di colori differenti che, avvicinati al volto del soggetto, svolgono la medesima funzione dei drappi. A differenza di questi ultimi, sono più facili da usare e da igienizzare (una caratteristica che si è resa particolarmente utile durante il periodo pandemico).
No all’ ”Armocromia-centrismo”
Al di là della teoria dell’Armocromia e degli strumenti, è importante sottolineare, in primo luogo, lo scopo con cui deve essere eseguita l’analisi del colore. Non bisogna infatti fermarsi e soffermarsi sull’attribuzione della stagione di appartenenza e assegnare, in maniera pedissequa e statica, i colori di un determinato sottogruppo al soggetto.
Bisogna prima di tutto tenere presente i gusti personali e le ambizioni del soggetto. Solo così potremmo poi fornigli gli strumenti per poter indossare anche quei colori che, sebbene “non in palette”, sono di suo gradimento.
Ecco quindi un elemento cardine della professione del consulente d’immagine che non è un mero attuatore di una disciplina teorica immutabile. Ma una persona che, entrando in empatia con il proprio interlocutore, riesce ad accompagnarlo verso una versione “migliore” di sé.
In secondo luogo, poi, non bisogna dimenticare che l’analisi del colore è solo uno degli argomenti che i consulenti d’immagine devono padroneggiare con sicurezza. L’analisi del colore è infatti solo una delle quattro analisi che devono essere effettuate. Tutte in presenza, per poter creare uno stile calzante alle ambizioni, aderente alla personalità e coerente con lo stile di vita del cliente.
