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Bizzarri lascia Gucci, si chiude un’era

"Le persone cambiano, i marchi restano"

di Angelica Eruli
3 min

Marco Bizzarri lascerà la sua carica di CEO di Gucci a partire dal 23 settembre: a renderlo noto è stato un comunicato stampa del gruppo Kering, di cui la casa di moda fiorentina fa parte, nel quale si leggono anche le parole di stima di Pinault. Ma è andata davvero come ci vogliono far credere?

Ieri Alessandro Michele, oggi Marco Bizzarri

Si potrebbe dire che nel gruppo Kering sia in atto la cosiddetta tempesta perfetta: poco più di 6 mesi fa se n’è andato anche Alessandro Michele, il direttore creativo che aveva guidato la maison dal 2015 portando una rivoluzione stilistica e non solo. Con lui il posizionamento del brand era cambiato in maniera significativa, avvicinandosi alle generazioni più giovani e strizzando l’occhio a temi di inclusività e sostenibilità.

Sempre nel 2015 aveva cominciato anche Marco Bizzarri e, insieme ad Alessandro Michele avevano portato ad una vera e propria era di crescita (numeri alla mano, di questo si tratta). Sarà stato sufficiente?

Chi lo sostituisce?

Sarà Jean-François Palus, attualmente direttore generale del Gruppo Kering, ad assumere le redini in qualità di presidente e amministratore delegato di Gucci per un periodo transitorio.

Palus lascerà dunque il suo incarico nel CDA di Kering e si trasferirà a Milano con il compito “di rafforzare i team e le operazioni di Gucci, mentre la maison ricostruisce la sua autorevolezza e momentum, definendone la leadership e organizzazione del futuro” fa sapere Kering nel comunicato stampa incriminato.

Peraltro, si tratta della seconda “sostituzione in poco tempo” e il bisogno di dare continuità alla maison e al nuovo direttore creativo recentemente insediato, Sabato del Sarno. Certamente Palus sente il bisogno di tracciare una nuova rotta che non scontenti i principali stakeholder e che soprattutto permetta alla maison di crescere, rispettando le dinamiche del gruppo Kering.

Dimissioni strategiche

Quello che sorprende non è tanto la dimissione di per sé, dettata magari anche dalla scelta presa qualche tempo fa dal compagno di avventura in Gucci, quanto piuttosto il tempismo.

Siamo all’alba delle pubblicazioni delle semestrali del lusso dalle quali si leggeranno i numeri che hanno fatto le maison. Peraltro, Brunello Cucinelli ha già fatto sapere ricavi in crescita del 31% a 544 milioni e Swatch Group ha chiuso il primo semestre con un fatturato di 4,2 miliardi di franchi, in aumento del 18% sullo stesso periodo del 2022.

Forse Gucci non è cresciuta come doveva, forse il primo capro espiatorio è stato Alessandro Michele e, la seconda testa a cadere sul piatto d’argento è stata proprio quella di Marco Bizzarri, in qualità di Amministratore e AD di Gucci. L’accoppiata non avrebbe raggiunto gli obiettivi di fatturato stimati, benché comunque si possa scommettere che si sia registrata una crescita più significativa.

Con Bizzarri al timone di Gucci, la griffe ha raggiunto livelli di fatturato da record, toccando quota 10 miliardi. Se si considerano gli 8 anni da capitano, poi, le cifre diventano davvero significative…ma forse non abbastanza.

Nonostante questo, Pinault nella presentazione dei dati annuali per il 2022 aveva affermato “Non abbia realizzato ultimamente le migliori performance” e si era definito “determinato” a rimettere Gucci “sui binari”.

Le persone cambiano, i marchi restano

Privato della collaborazione Bizzarri-Michele, il marchio dovrà dimostrare di essere autosufficiente, avviando un nuovo capitolo creativo che gli permetta di mantenere la sua posizione di leader incontrastato nel mondo della moda. Infatti, come aveva garantito lo stesso Bizzarri a coloro che gli chiedevano del futuro della maison nell’era post-Michele, “si va avanti: le persone cambiano, i marchi rimangono“.

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