Sommario
Quando si parla di consulenza d’immagine integrata, spesso si pensa subito a nozioni legate esclusivamente all’aspetto esteriore: abbinamenti di colori, suggerimenti su tagli di capelli o consigli su cosa indossare per una determinata occasione. In realtà, dietro al lavoro di un consulente d’immagine c’è molto di più. Si tratta di una professione che unisce tecnica, empatia e comprensione profonda della persona.
Competenze tecniche, ma non quelle che pensi tu
Il cuore delle competenze tecniche di un consulente d’immagine risiede nelle quattro analisi fondamentali:analisi del colore, della morfologia del viso e del corpo e dello stile. Ciascuna di esse richiede una profonda comprensione delle teorie cromatiche, delle proporzioni corporee e dell’espressione individuale attraverso l’abbigliamento e gli accessori.
A queste analisi si affiancano metodologie avanzate che consentono al consulente d’immagine di poter condurre le consulenze in maniera innovativa. Spazio quindi all’integrazione con discipline come:
- iconestesia, che si concentra sulla percezione visiva e sensoriale dell’immagine;
- archetipi di stile, un approccio simbolico che associa l’immagine a modelli psicologici universali:
- essenze di stile, ha l’obiettivo di catturare ed esprimere l’essenza profonda della persona, che deve emergere attraverso l’immagine esterna.
Questi strumenti fanno parte degli aspetti tecnici che un buon consulente d’immagine deve avere. Tuttavia quando si parla di consulenza integrata, un termine coniato da Ilaria Marocco e Chiara Salomone, a questi strumenti tecnici deve essere aggiunto un nuovo approccio che viene tratto dalla psicologia positiva della moda.
Approccio psicologico integrato
I consulenti che desiderano portare avanti la consulenza integrata hanno l’occasione di affrontare la professione da un punto di vista nuovo. Infatti tutti i tecnicismi che sono alla base dell’attività vengono integrati e calati nella persona del cliente e messi in relazione alla sua identità. Oltre ai significati più universali dell’abbigliamento vengono sondati gli ancoraggi che la persona ha rispetto ad alcuni capi e colori. Valori, identità e emozioni vengono tradotte in linee modelli e colori che rispecchiano i suoi bisogni con lo scopo di ridurre il gap tra “chi sono” e “come vorrebbero vedersi”.
L’obiettivo del consulente è quello di condurre il cliente ad una soluzione, potenziando i meccanismi che già ha e che funzionano, aumentando il loro senso di auto efficacia.
Il consulente deve saper ascoltare attivamente, comprendere le sfumature emotive dietro il desiderio di cambiamento, e tradurre questi bisogni in soluzioni concrete che rispettino sia la personalità del cliente sia le sue aspirazioni. In questo modo, l’immagine diventa una risorsa per migliorare l’autostima e la qualità della vita.
L’integrazione tra tecnicismi e approccio psicologico permette di offrire una consulenza olistica e realmente efficace, che risponde non solo alle esigenze estetiche, ma anche a quelle emotive e identitarie del cliente.
Il consulente d’immagine deve essere uno psicologo per erogare la consulenza integrata? Spoiler, no!
È chiaro che il consulente d’immagine moderno lavora in un’area delicata in cui si intrecciano estetica, identità e percezione di sé e che quindi richiede il massimo dell’attenzione da parte del professionista che ha studiato per fare questo sa esattamente fin dove può arrivare. Le persone non cercano solo consigli su cosa indossare, ma vogliono sentirsi compresi e rappresentati al meglio attraverso il loro look. Per questo motivo, il consulente deve essere in grado di comprendere le motivazioni profonde dietro le scelte stilistiche dei clienti, aiutandoli a esplorare come la loro immagine possa riflettere meglio chi sono o chi vogliono diventare.
Ed ecco che entra in gioco la psicologia positiva per la moda come strumento per capire come la moda influenzi il nostro modo di sentirci e di presentarci al mondo. Un consulente d’immagine è una guida nell’immagine, ovviamente non un terapeuta. Deve saper ascoltare e interpretare, ma non diagnosticare o curare.
Il vero segreto per una consulenza integrata è saperlo fare e studiare tanto per farlo. Essere in grado di mettersi nei panni (letteralmente e figurativamente) del cliente è fondamentale.