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Si celebrano domani, 2 dicembre, i 100 anni dalla nascita di Maria Callas, al secolo Maria Anna Sofia Cecilia Kalogheropoulos. Anche sulla data della nascita del soprano dalle “tre voci”, tanto ampia era la sua estensione vocale, si rincorrono voci discordanti e questo ci restituisce di per sè il turbamento di una vita vissuta sotto le luci della ribalta.
E’ stata la prima “icona mediatica” capace di popolare una cultura e un ambito fortemente elitari e di forgiare la propria iconicità al di là delle incontrastate doti vocali. E’ stata un mito per la voce e per lo stile e la sua vita si è plasmata con il piglio di chi non si sente comodo nei propri panni e farà di tutto pur di cambiarli.
La storia
Nasce in America da genitori greci, un padre farmacista e una madre molto concentrata sulla sorella maggiore dalla quale pretendeva studio e dedizione per il pianoforte e per il bel canto. Era piccola, Maria, quando in effetti inizia a mostrare il suo talento e così le attenzioni, pressanti e fortemente limitanti della madre, iniziano a concentrarsi su di lei.
La separazione dei genitori la vede varcare il suolo greco con la madre ed è lì che inizia ad approfondire i suoi studi presso il conservatorio di Atene.
E’ sgraziata, un po’ goffa e non sa ancora come gestire la potenza della sua voce e per questo in Grecia non riscuote grande successo.
Finita la guerra torna in America ma la vera svolta della sua vita professionale avviene in Italia quando nell’agosto del 1947 Maria si esibisce a Verona. In quell’occasione conosce l’imprenditore Giovanni Battista Meneghini che si innamora a prima vista di lei e diventa il suo manager portandola a calcare le scene dei teatri più importanti d’Italia e del mondo. La Callas diventa l’idolo dei teatri, tutti la vogliono e i ruoli da lei interpretati riscuotono sempre maggiore consenso anche tra il pubblico più “popolare”.
Tra il ‘52 e il ‘54 tocca l’apice interpretando ben 7 ruoli e contestualmente la sua immagine cambia, perde quasi 30 chili e diventa icona di stile e simbolo di eleganza. Quando incontra Aristotele Onassis, nel ‘57, la sua carriera è già in fase calante e l’amore folle per l’imprenditore, che le regala il brio di una giovinezza mai vissuta, ma che alla fine preferirà la vedova di Kennedy a lei, sarà forse l’evento più doloroso da cui mai si riavrà. Il seguito della sua vita sarà costellato di apparizioni ed esibizioni fugaci e non sempre esaltanti finchè il 16 settembre del ‘77, a soli 53 anni, morì per un infarto presso la sua casa di Parigi.
Lo stile
Franco Zeffirelli disse che “Esiste il prima Callas e il dopo Callas” a testimoniare quanto la figura della Divina abbia saputo catturare attenzione ed interesse in questi 100 anni di storia. Maria Callas è riuscita a sopravvivere a se stessa, alla sua opera e alla sua arte.
All’inizio della sua carriera porta in scena una figura imponente, quasi matronale, adornata di abiti sartoriali imponenti, quasi pesanti, in contrasto con la vocalità capace di toccare toni acuti e leggeri. I suoi costumi sono bordati, pieni, densi e, vestendo una fisicità non esile, ne restituiscono una presenza grandiosa. Era la “matrona in pelliccia”, come la bollò Camilla Cederna.
Con la perdita di peso il suo stile cambia e da un’immagine quasi scomoda, Maria, trasforma la sua fisicità e diventa filiforme, racchiusa nel completo Biki, alias Elvira Leonardi Bouyeure la stilista milanese che ne curerà i look, essenziale, composto da gonna a matita, giacca stretta in vita, e il filo di perle, richiamo dell’altra icona Audrey Hepburn.
Proprio a opera di Biki nasce il vademecum di stile di Maria Callas, ilCallas Biki Style: insieme al genero, Alain Reynaud, l’intero guardaroba dell’Usignolo viene numerato per poter creare abbinamenti e outfit seguendo appunto le combinazioni dei numeri (il vestito 8 con la scarpa 6 e gli accessori 15 e 16). La Callas apprende in fretta e la sua metamorfosi si compirà ben presto, da un lato la trasformazione fisica, dall’altro i consigli di stile e all’apice i suoi desideri: si al turchese, al nero, al bianco, al verde smeraldo, al blu. Si ai gioielli, si alle pellicce, ai cappotti, tutto meticolosamente studiato secondo un criterio di image consulting avvenieristico per i tempi, che le permette di centrare ogni outfit.Pochi capi, sobri ma preziosi e sapientemente abbinati: è così che è nata un’icona.
Lo stile elegante sostituisce l’opulenza dei primi tempi e viene declinato fuori dal palco con pantaloni a sigaretta, camicia bianca e foulard in tulle. Cappotti in tweed, boleri, turbanti, abiti a corolla.
I particolari nel suo stile si concentrano sui gioielli, sul guanto al polso, il suo vezzo, la nota distintiva, che indossa sia di giorno che di sera, le scarpe con il tacco basso e dalla punta sottile, i grandi occhiali da sole da vera diva.
Tutto incarna perfezione e misura, pur nel suo essere minimale e contribuisce a definire i suoi lineamenti decisi distinguendoli in modo netto da quelli eterei delle dive di Holliwood: Maria trasuda stile e sentimento. Verrà ricordata, infatti, non solo come una delle voci più potenti della storia del bel canto, ma anche come una straordinaria interprete, capace di trasmettere nella gestualità e nella mimica tutto il pathos dell’azione.
Capelli raccolti, cappelli, eyeliner e un filo di rossetto rosso.
Viene letteralmente incoronata fashion icon all’Opéra Garnier, a dicembre del ‘58, quando calcherà le scene in un abito con strascico di velluto rosso a taglio impero, dalla silhouette quadrata allo stesso modo della stola, illuminato da una parure di diamanti .
Il centenario
In moltissime città d’Italia in questi giorni si celebra il centenario della nascita di un mito.
La mostra a Milano “Fantasmagoria Callas” omaggia la Divina che ha legato indissolubilmente il suo nome al Teatro alla Scala. La mostra si inserisce in un palinsesto più ampio, “Callas 100”, un tributo della città a una delle figure più influenti nella storia dell’opera.
Torino omaggia la Divina con ‘Icona Callas’, un susseguirsi di eventi tra fumetti, mostre, rassegne, convegni e proiezioni cinematografiche.
Venezia celebra il centenario con il concerto gratuito “Buon compleanno Maria Callas” e un seminario. Anche Verona, città dei suoi esordi italiani, celebra il centenario, “Callas e Verona. La nascita della divina” tra concerti e mostre. Bologna ricorda la Callas con il concerto GLI UOMINI DI MARIA CALLAS – La ricerca di un amore impossibile.
E molte altre le iniziative in programma tra teatri e realtà culturali in tutto lo Stivale.
Va in scena il ricordo di questa donna che si è trasformata in un mito per le sue straordinarie capacità vocali e per l’immagine di una donna “normale” che ha saputo rendersi speciale.