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Nell’epoca d’oro dei social media, dove gli influencer detengono un potere comunicativo senza precedenti, lo scandalo Ferragni ha scosso le fondamenta della fiducia online, portando alla luce la necessità di una maggiore trasparenza nelle campagne benefiche. Il 25 gennaio, il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità un disegno di legge rivoluzionario, destinato a cambiare il volto della beneficenza digitale e della promozione di prodotti online.
Lo scandalo che sta cambiando le regole del gioco
Al centro di questa tempesta mediatica troviamo l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni, la cui figura è stata improvvisamente oscurata da accuse di truffa aggravata legate alla vendita di prodotti promossi con intenti benefici. Il caso, noto come “Pandorogate“, ha sollevato interrogativi sull’etica e la trasparenza di certe pratiche commerciali, estendendosi a coinvolgere altre aziende in iniziative simili. La risposta del governo a queste polemiche è stata rapida e decisa, culminando nell’approvazione del cosiddetto “Decreto Ferragni”.
Il Decreto Ferragni mira a garantire che ogni campagna benefica legata alla vendita di prodotti sia condotta con la massima trasparenza. D’ora in poi, produttori e professionisti, inclusi gli influencer, dovranno fornire informazioni dettagliate sul packaging dei prodotti, inclusi il destinatario dei fondi raccolti, gli obiettivi della campagna e l’ammontare o la percentuale del ricavato destinato alla beneficenza. Questo assicurerà che i consumatori siano pienamente informati sulle cause che stanno sostenendo con i loro acquisti.
Colmare un vuoto legislativo e gli organi di sorveglianza
Il decreto nasce in un contesto di crescente preoccupazione per la chiarezza e l’integrità delle iniziative benefiche legate al mondo digitale. Ferragni, al centro di uno scandalo che ha scosso profondamente la sua immagine e quella di altri coinvolti, riconosce l’urgenza di stabilire regole chiare e trasparenti. La sua risposta al decreto non è solo una dimostrazione di supporto alla nuova normativa ma anche un segnale della sua volontà di contribuire attivamente a un ambiente digitale più sicuro e trasparente.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) avrà il compito di monitorare l’attuazione delle campagne, ricevendo comunicazioni preventive ed ex-post dagli operatori coinvolti. In caso di mancata conformità agli obblighi previsti, le sanzioni potranno variare da 5 a 50 mila euro, contribuendo a mantenere un alto standard di integrità nelle pratiche commerciali legate alla beneficenza.
Il Decreto Ferragni offre una base legale solida per assicurare che le iniziative benefiche siano condotte con trasparenza, dando ai consumatori la possibilità di essere pienamente informati sulle cause che scelgono di supportare. Questo approccio non solo rafforza la fiducia tra influencer e follower ma promuove anche una cultura di responsabilità e integrità online.
Cosa cambia in concreto per gli influencer
Oltre alle modifiche tecniche alle quali sono sottoposti gli influencer (dall’obbligo di approvazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) riguardo alla natura e alla durata dell’iniziativa) anche gloi utenti si potranno accorgere in maniera più immediata che si tratta di un adv.
In particolare dovranno comparire obbligatoriamente alcune diciture nelle stories, ciascuna delle quali ha un significato differente:
- Ad o Adv, “sono pagata per sponsorizzare un prodotto o servizio”;
- gift o regalo, “mi hanno regalato un prodotto di cui parlo”;
- supplied, “sono stata omaggiata di un servizio”;
- invited, “sono stata invitata gratuitamente ad un evento o iniziativa”:
- affiliated o aff, “prendo una percentuale sulle vendite di un prodotto che sto pubblicizzando”.
Nonostante le nuove sfide e responsabilità, l’introduzione del Decreto Ferragni può avere un impatto positivo sull’ecosistema digitale, elevando lo standard di trasparenza e integrità delle campagne di marketing online. Gli influencer, ora più che mai, hanno l’opportunità di guidare il cambiamento verso pratiche commerciali più etiche, rafforzando allo stesso tempo il legame di fiducia con il proprio pubblico.