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La prima impressione allo specchio: intervista a Katia Sposato

Dall’economia alla Consulenza d’Immagine, la rivincita di una passione

di Annalisa Tortora
4 min

La storia di Katia è un esempio lampante di come le passioni possano sopravvivere al tempo e alle scelte di vita, per poi riaffiorare più forti di prima. Dopo una laurea in Economia e anni trascorsi lavorando senza troppa soddisfazione, il lungo periodo di isolamento imposto dal Covid le ha restituito l’opportunità di riflettere e riconnettersi con il suo amore per la moda e il disegno. Da lì, la decisione di seguire un percorso formativo per diventare Consulente d’Immagine, una figura che, come ci racconta, rappresenta la perfetta fusione tra creatività e sensibilità psicologica. In questa intervista esploriamo il suo percorso, i valori fondamentali del suo lavoro e le sue ambizioni per il futuro, scoprendo una professionista che ha fatto della preparazione, della curiosità, dell’empatia e dell’impatto dei “primi sette secondi” allo specchio la chiave del suo successo.

Come è iniziato il tuo percorso nella consulenza d’immagine?

A me è sempre piaciuto disegnare e sperimentare outfit ed abbinamenti, così come plasmare l’abbigliamento alla mia identità. Nonostante fossi molto attratta dal mondo della moda nella sua totalità (subito dopo la maturità avrei voluto studiare Fashion Design, ma non è stato possibile), mi sono laureata in Economia e per anni ho esercitato diverse professioni che, seppur dignitose, non mi davano una soddisfazione tale da “dimenticare” le mie passioni adolescenziali. Il lungo periodo Covid è stato il momento adatto a capire cosa volessi fare: ho avuto tutto il tempo per riflettere e documentarmi. La professione del Consulente d’Immagine iniziava a spopolare sui social, e mi ha incuriosito come figura perché ho letto in essa grande potenziale artistico e psicologico. Così ho scelto di iscrivermi in un istituto di Alta Formazione! Lì ho avuto l’enorme fortuna di formarmi con un’insegnante che, in particolare tra gli altri docenti, mi ha trasmesso tutta l’ostinazione e la voglia delle quali c’è bisogno per svolgere questo mestiere e ha riacceso in me la passione per il disegno, rendendomi consapevole dell’utilizzo letterale di mano e testa nella Consulenza. Il risultato? Disegno abiti su misura per i miei clienti in base al risultato delle analisi che svolgo.

Quali sono, dal tuo punto di vista, i 3 capisaldi imprescindibili della consulenza d’immagine?

Sicuramente la preparazione del consulente è fondamentale: non mi riferisco solo agli anni di studio e formazione, quanto alla continua ricerca e all’aggiornamento. Il consulente, secondo il mio parere, deve essere sempre in anticipo sulle tendenze e sulle reazioni sociali che queste comportano, e ciò è possibile solo con una solida preparazione e dedizione al lavoro.

La curiosità è certamente importantissima: ogni individuo è unico e benché esista una lunga letteratura di linee guida sullo svolgimento della professione, bisogna – secondo me – essere alimentati da una forte curiosità nello scoprire nuovi particolari strutturali in modo da poter implementare il proprio bagaglio formativo e garantire servizi eccellenti.

Non meno importante, l’empatia. A volte le persone che decidono di iniziare un percorso con un Consulente d’Immagine stanno vivendo, in quel preciso istante, un momento di disagio che genera insicurezze, a volte bisogno di rivalsa, altre desiderio di rinnovamento, per cui il Consulente deve avere la propensione a cogliere le sfumature caratteriali e riconoscere quali limiti possono essere abbattuti e quali confini superati con la persona che ha di fronte. Questa delicatezza è necessaria per permettere al cliente di fidarsi del nostro lavoro.

Quali sono gli ambiti della consulenza d’immagine che senti più vicini a te?

Credo che le relazioni umane siano condizionate da innumerevoli fattori, e la famosa first impression è letteralmente una scommessa. Quello a cui mi sento particolarmente vicina sono i “primi sette secondi” necessari a capire se la persona che abbiamo di fronte può piacerci (che si tratti di ambiti formali, istituzionali, informali e/o sentimentali). La mia visione si basa sui sette secondi che ognuno di noi ha con se stesso nel momento in cui si guarda allo specchio. Non piacerai mai a nessuno se per primo non piaci a te stesso: nessuno avvertirà la tua professionalità, la tua forza, la tua gioia, se non riesci ad esprimere a te stesso per primo che sei professionale, forte e gioioso. Ecco, io cerco di trasmettere questo concetto ai miei clienti e sono certa che questo tipo di approccio abbia un valore che va oltre ad abiti ed accessori in palette, perché si basa sul principio di fiducia nelle proprie capacità comunicative.

Quale credi sia il vero valore aggiunto che può dare il fatto di seguire un percorso di consulenza d’immagine?

Synéidesis, la coscienza in greco, l’acquisizione di consapevolezza di sé e dei propri punti di forza interiori, da poter trasmettere con l’esteriorità: riconoscere aspetti di noi che non vediamo, per un’infinità di motivazioni, e che il Consulente aiuta a valorizzare e ad estrapolare. Siamo tutti possessori della nostra identità, solo che delle volte non riusciamo ad esprimerla: scegliere di seguire un percorso di consulenza di immagine significa accettare, comprendere, riscoprire questa identità e valorizzarla appieno anche con l’attitude, creando così un equilibrio meraviglioso tra carattere, sentimenti, aspetto fisico e fattore comportamentale.

Questo mestiere è “nuovo”, da poco se ne parla e forse si conosce ancora troppo poco. Cosa servirebbe a Consulenza d’Immagine per essere opportunamente accreditata?

Sicuramente il fatto che sia un mestiere apparentemente legato ad aspetti “futili”, come l’abbigliamento, è declassante per il valore psicologico che invece possiede. In altri paesi del mondo ha un riconoscimento maggiore perché maggiore è l’attenzione che si ha verso la cura e la difesa della salute mentale. Io credo che si possa creare un binomio scientifico tra consulenza di immagine e psicologia, e le fondamenta stanno prendendo forma grazie anche al lavoro eccezionale che ASI sta compiendo con il progetto “Io Nonostante Tutto”, che si occupa di dare supporto, attraverso la Consulenza d’Immagine, a tutte quelle persone che hanno affrontato, o lo stanno facendo, cure contro il cancro.

Esprimi un desiderio professionale e raccontamelo

Il mio desiderio è il mio progetto: un laboratorio artistico-creativo che fonda la Consulenza con lo sviluppo di figurini. Vorrei, un giorno, che quello che ora è il mio spazio di ricerca e lavoro diventasse un vero centro di produzione, come gli uffici stile delle Maison, in cui effettuare le consulenze, progettare abiti, produrli ed effettuare gli styling finali. Vorrei portare gli uffici stile nel mio ufficiostile, così si chiama il mio progetto, e renderlo alla portata di chiunque, intrecciando il mio lavoro con quello di un team specializzato in artigianato Made in Italy.

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