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È innegabile: la moda è cambiata. Lo abbiamo detto e visto spesso non solo osservando le passerelle quanto piuttosto guardando le vetrine. Ci siamo chiesti, però, quali siano i motivi che hanno generato il cambiamento e quanto questo potrà essere duraturo o momentaneo come una vera e propria moda.
Il cambiamento c’è
Se guardo alla mia personale esperienza posso affermare con ragionevole certezza che il cambiamento di cui parlo è iniziato già alcuni anni fa. Probabilmente l’evento che ha portato questa trasformazione sotto gli occhi di tutti è stata la pandemia: il Covid ha agito da catalizzatore di un fermento che già era nell’aria. Così la moda ha abbandonato l’opulenza ed è ritornata al “minimalismo”, o meglio, ha creato un nuovo minimalismo funzionale più consapevole, ricco di contenuti e assolutamente dedito alla ricerca della perfezione, un atteggiamento tipico del nostro tempo e della nostra società.
A cosa è dovuto?
Esserci fermati forzatamente ha implicato inevitabilmente un incremento di tempo nelle vite di ognuno di noi. Tempo per pensare e per pensarci e quindi di imparare ad “abitarci” con una rinnovata consapevolezza (a volte addirittura neonata). La ricerca di un qualcosa che ci facesse sentire bene, di una bellezza che generasse benessere e che fosse funzionale al nostro vivere sono state insieme domanda e risposta. Il risultato? Una moda ricercata, raffinata, sofisticata, lontana dall’ostentazione e dai fasti e vicina al buon gusto e al buon senso. Una moda funzionale, si, ma funzionale a che cosa? All’idea di comfort e insieme al raggiungimento di performance sempre migliori, sia a livello professionale che relazionale, perchè le persone hanno sempre più a cuore il loro benessere e insieme vogliono essere viste e ammirate, con e grazie ai loro abiti.
Benessere a abbigliamento: un legame sempre più netto
Salute mentale e benessere che sono temi portati alla luce in modo prepotente dalla pandemia. La consapevolezza di quanto sia fondamentale il benessere psico-fisico ha incentivato la diffusione degli antipodi nell’abbigliamento: se da un lato troviamo indumenti più estremi in un senso, minimal, nell’altro arriviamo all’estremo opposto, eccessivo, a seconda delle esigenze e della personalità.
Stare bene con se stessi si traduce con degli abiti che siano coerenti con il proprio messaggio comunicativo e, allo stesso tempo, con l’uso di tessuti e forme che generino sensazioni piacevoli. Sentirsi a proprio agio è fondamentale ma non per tutti comodità è sinonimo di benessere.
Eppure, dobbiamo convenire sul fatto che, dopo la pandemia, tutti abbiamo scoperto che è possibile passare la giornata in “comodità” senza essere malati! E in questa occasione abbiamo anche riscoperto, sia in senso positivo che negativo, la nostra versione “al naturale”. E così anche fuori dalle nostre case, nei negozi, si sono visti tacchi più bassi e più larghi in nome del comfort, pantaloni morbidi, con l’elastico in vita, taglie comode e l’over size dalle giacche ai pigiama.
La moda è cambiata ma il messaggio rimane lo stesso
Credo che gli abiti rappresentino la speranza, il nostro appuntamento con il domani. A prescindere da quanto le tendenzia possano variare, per l’influsso di agenti esterni come una pandemia mondiale, o in conseguenza di terremoti interiori, minimal o esagerato, il look migliore, quello che andrà ben oltre la moda è e sarà sempre quello che ti fa stare bene.
Se alcuni indumenti ti permettono di dire quello che con le parole fatichi a dire, se sono adeguati al contesto e ai tuoi obiettivi, allora quelli saranno gli indumenti che fanno per te.