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Se vedi indossato un outfit che non ti convince che fai? Margherita Scarci non ha mai avuto dubbi: lo dice! Una passione di sempre quella per gli abbinamenti e le creazioni di moda. Un lavoro che racconta attraverso le sue tre “I”, un approccio amorevole ma diretto, appassionato e divertente. L’ispirazione per i look proposti? Un giro tra le vetrine (anche digitali), uno sguardo alle influencer e un occhio al budget!
Da cosa hai capito che la consulenza d’immagine era la tua strada?
Credo sia nata dall’irrefrenabile voglia di dire la mia se qualcuno non riusciva a coordinare una maglia con un jeans.E contestualmente dall’ammirazione che ho sempre avuto per chi riesce a creare stili personalizzati e non si omologa alla massa.
Inoltre ho sempre avuto la passione per la moda sin da bambina. Quando con la mia amica del cuore disegnavo e confezionavo abiti che poi indossavamo con fierezza. Ci sentivamo delle piccole artiste ed eravamo orgogliose delle nostre creazioni.
Il vero amore per la moda è stato sancito la prima volta che ho partecipato ad una vera sfilata. Era di uno dei brand di lusso più noti e connotativi del nostro paese e di tutto il mondo. Ricordo bene la musica, il colore rosso che la faceva da padrone e ho ben chiaro il momento in cui ho pensato “anch’io, in qualche modo, voglio lavorare in questo settore e un giorno lo farò!”.
Prima di cosa ti occupavi?
Per anni ho lavorato per un’azienda che produceva per la GDO, in amministrazione prima e gestione aziendale poi. Grande scuola di vita. Ma pur adorando processi e numeri in generale, volevo fare qualcosa che avesse più a che fare con le persone.
Mi sono presa un periodo di aspettativa. Sono andata a vivere a Roma dove mi sono cimentata, senza in realtà avere le giuste competenze, come personal shopper. L’ho fatto quando ancora questa figura non era molto conosciuta e veniva anche considerata pochissimo.
Tornata a casa ho deciso di fare un passo alla volta e di iniziare a lavorare si, con le persone, ma di farlo nel mondo dell’estetica. Per qualche anno ho lavorato come consulente medico-estetica. Devo dire che indirizzare le persone verso percorsi per migliorare il proprio aspetto, ha accresciuto in me la voglia di specializzarmi come consulente d’immagine.
La consapevolezza che la propria immagine esteriore sia direttamente connessa alla propria immagine interiore e quindi a come ci si sente e ci si percepisce, mi ha portata ad approfondire anche aspetti legati alla crescita personale e al miglioramento a tutto tondo. Non a caso durante le mie consulenze, quando lo ritengo necessario, mi avvalgo della collaborazione di professionisti nel settore nutrizione. Ma anche del fitness del mental coaching, per dare supporto al cambiamento sotto tutti i punti di vista.
Insomma, le diverse esperienze lavorative vissute, le diverse strade percorse, si sono rivelate punto di forza per svolgere questa professione.
Se dovessi raccontare la tua professione con 3 aggettivi quali useresti e perché?
Mi piace descrivere il mio lavoro con “le tre I”: IMPORTANTE, INTERESSANTE, IMPEGNATIVO.
Importante perché non ci si rende conto di quanto importante sia, comunicativamente parlando. Il primo impatto che abbiamo su chi ci circonda e questo è dato anche e soprattutto dall’immagine che dai di te. “Hai solo un’occasione per fare una buona, prima impressione”. Questa frase mi ha colpita fin dalla prima volta che l’ho ascoltata, da allora è diventato un mantra per me.
Interessante, perché avere a che fare con le diverse “mappe del mondo” che le persone per fortuna hanno, ti porta a scoprire quanto interessante possa essere la prospettiva di chi hai di fronte.
Interessante è anche vedere negli occhi del cliente la soddisfazione e la gioia di averti scelta.E instaurare bellissimi rapporti con chi non immaginava di poter stare così bene nella sua nuova immagine riflessa allo specchio.
Impegnativo, perché il più delle volte ci confrontiamo con persone che fanno tanta fatica ad accettarsi. Non amano il proprio corpo e non lo rispettano. Bisogna quindi prima fare un lavoro sull’accettarsi e iniziare a valorizzare i doni che quelle persone hanno. Non bisogna dimenticare che tutti abbiamo dei punti di forza dai quale partire.
E se dovessi raccontarti tu come consulente usando solo 3 aggettivi come ti definiresti?
Lo faccio usando le parole della mia ultima cliente, dolcissima artista 17enne con ben chiara l’idea di dove vuole andare.
Mi definisce (e mi ci rivedo molto): Comprensiva ma poco suggestionabile, perché credo che l’ascolto sia il primo step.Forse il più importante per guidare la cliente, ma che non bisogna entrare nella sua storia. A volte le persone “si raccontano” cose che poi nel loro immaginario diventano “la loro storia”. Sui motivi per cui non possano indossare determinate cose e sul perché sono fatte in un certo modo. O su quanto siano vittime del lavoro, della famiglia e delle situazioni in generale. Si creano così alibi per non fare quello che potrebbero fare.
Credo che una buona consulente, in ogni settore, dovrebbe sempre riuscire a rimanere neutrale e oggettiva. Le convinzioni del cliente a volte sono il primo limite al cambiamento.
Amorevolmente diretta, perché non giro troppo intorno alle cose e non addolcisco la pillola. Al tempo stesso, credo si possa andare dritti al punto con amore, attenzione per i sentimenti dell’interlocutore, mantenendo empatia, connessione.
Divertente perché credo fortemente che il nostro lavoro debba essere svolto con il sorriso. Con gioia e un po’ di leggerezza, qualità essenziali per fare un lavoro di qualità.
Dove prendi ispirazione per gli abbinamenti/outfit che suggerisci ai tuoi clienti?
Mi piace spaziare molto. Siamo nell’era dell’informazione veloce. Amo visitare i profili delle migliaia di influencer che mi danno spesso spunti interessanti. Mi piace guardare i siti delle grandi aziende di moda e affiancarle a quelle low-cost o quelle dei piccoli produttori.
Adoro farlo perché credo che l’abbinamento perfetto debba essere studiato sulla persona, partendo dalle sue caratteristiche ed esigenze. Perché no, partendo anche dal budget. Così facendo riesco a trovare il giusto compromesso.
La vera ispirazione però, me la danno ancora di più le persone che incontro ogni giorno per strada. Vivo tra Milano e Dubai e credo che siano due delle città del mondo in cui la moda si respira. Sono un’attenta osservatrice. Mi piace, negli eventi ai quali ho la fortuna di partecipare, prendere tutti gli spunti, gli stimoli che mi arrivano.
Raccontami 3 segreti per un look perfetto.
Importante è utilizzare i “nostri colori”, quelli della nostra stagione di appartenenza solo se ci fanno sentire a nostro agio. Un consulente professionista non è colui che “vieta” una o ingabbia il proprio cliente in una palette. Ma è colui che trova quelle soluzioni che sappiano bilanciare la valorizzazione dei gusti e la personalità del proprio cliente. Solo applicando quelle semplici regole spiegate durante il servizio dell’analisi del colore che ognuna di noi riesce veramente a “splendere”.
Avere sempre nell’armadio i nostri “passe-partout”. Possono essere quel jeans, quel blazer o quel tubino o tailleur che mostrano i nostri punti di forza. Capi che risaltano la nostra fisicità e che abbinati all’accessorio giusto, ci danno la possibilità di sentirci al meglio.
E ultimo, ma non per importanza, mettere in risalto il proprio personale stile. Seguire le mode va benissimo, a volte ci aiuta ad uscire dalla nostra confort zone. Ma trovare nelle mode del momento, il capo, l’accessorio che ci valorizza, si adatta a noi, è importantissimo. In questo modo ci si può sentire a proprio agio in quello che indossiamo.
Quale credi sia il dettaglio che più di tutti fa la differenza per un outfit?
L’atteggiamento mentale. Lo so, non è un accessorio e non è un capo da indossare ma credo faccia una gran differenza. Come dico alle mie clienti: “se ti senti bene, si vede”. Credo che questo valorizzi il nostro outfit più di qualsiasi altra cosa.
Tu hai mai seguito un percorso di consulenza d’immagine? (come l’analista che a sua volta viene analizzato, vale anche per i consulenti?) Se si cosa hai scoperto di te? Se no ti piacerebbe?
Certo che sì. Durante il mio percorso di formazione mi ha analizzato una collega e ho avuto, ahimè, conferma di non essere “clessidra”. È stato un trauma per me! (Scherzo ovviamente)
Quello che più mi ha colpita in quell’occasione è stato comprendere su me stessa che qualsiasi sia la tua body shape qualsiasi sia la tua facial shape o il tuo stile o la tua stagione di appartenenza, c’è sempre un capo, un accessorio, un colore che può letteralmente metterti in luce. Basta solo capire insieme quale sia.. e per questo ci siamo noi consulenti!
Cosa vedi nel futuro di Margherita Scarci consulente d’immagine?
Credo di essere solo all’inizio del mio percorso, mi piacerebbe continuare a lavorare, impormi nel mondo della consulenza per artisti.
Ma sono sempre stata brava nell’organizzare eventi, adoro creare connection soprattutto tra “donne di valore”, come mi piace definirle. Mettendo in primo piano l’essere donna nella società moderna. Sempre prontissima a conoscere gente nuova che mi dia nuovi spunti per nuovi progetti.