Sommario
In attesa del fischio d’inizio della partita Italia-Croazia di questa sera, facciamo il punto della situazione su un tema scottante che negli ultimi giorni ha tenuto banco: le divise. Le aspettative per la Nazionale, fin dall’esordio in questa competizione Europea, non si sono limitate alle sole prestazioni sportive e come ogni anno, le divise ufficiali e gli outfit dei giocatori hanno suscitato grande interesse e discussione. Quest’anno, a generare un acceso dibattito sono stati due elementi principali: la giacca indossata dalla panchina e dal CT, Luciano Spalletti, e la nuova divisa della Nazionale firmata Giorgio Armani.
Partiamo dal presupposto che la Nazionale Italiana di calcio ha sempre rappresentato molto più di una semplice squadra sportiva: in Italia, il calcio è quasi una religione e la maglia azzurra è il suo “simbolo sacro”. Gli Europei 2024 non fanno eccezione: le nuove divise della Nazionale hanno già generato un vivace dibattito, tanto per la loro estetica quanto per le scelte stilistiche che hanno fatto discutere tifosi e critici della moda.
Un’occhiata alle nuove divise
La nuova maglia della Nazionale per gli Europei 2024 è stata disegnata da Giorgio Armani, con l’obiettivo di unire tradizione e modernità. Il colore dominante, chiaramente, è l’azzurro, presenta una tonalità leggermente più scura rispetto agli anni precedenti. Questo primo cambiamento ha subito diviso il pubblico tra coloro che apprezzano il tocco innovativo e quelli che preferiscono la fedeltà ai colori tradizionali.
I dettagli della maglia sono eleganti e raffinati. Le strisce laterali e il colletto presentano un sottile tricolore, un richiamo alla bandiera italiana, quasi a voler donare un senso di patriottismo e di unità nazionale. Per concludere, sul retro del colletto, c’è la scritta “Italia” in caratteri dorati, un piccolo ma significativo omaggio alla gloria del calcio italiano.
Fatto l’outfit trovata la polemica
Nonostante l’eleganza e la cura dei dettagli, le nuove divise hanno suscitato polemiche sin dalla loro presentazione. La critica principale riguarda la giacca, parte dell’outfit ufficiale dei giocatori fuori dal campo. La giacca, disegnata per le occasioni formali, è di un blu molto scuro, quasi nero, con rifiniture dorate. Questo look è stato considerato da alcuni troppo distante dallo stile sportivo e troppo vicino a un abbigliamento da cerimonia.
Relativamente alle maglie in campo, invece, la polemica ha investito la disposizione dei colori del Tricolore che, secondo alcuni esperti di araldica e bandiere, sono messi nell’ordine sbagliato…
Come da prassi il dissenso/disappunto è filtrato prepotentemente dai social media attraverso i quali, i tifosi, hanno accusato la Federazione di aver perso di vista l’essenza sportiva delle divise. La critica più “esperta” in fatto di moda, invece, ha elogiato il design delle nuove divise per la sua sofisticatezza e la capacità di rappresentare l’Italia non solo come una squadra di calcio, ma anche come un’icona di stile a livello mondiale.
La risposta dei giocatori, della Federazione e di Armani
In risposta alle critiche, alcuni giocatori della Nazionale hanno espresso il loro apprezzamento per le nuove divise, sottolineando come queste rappresentino un connubio perfetto tra eleganza e funzionalità. Leonardo Bonucci, uno dei veterani della squadra, ha dichiarato: “Indossare questa maglia è un onore. Il design moderno non toglie nulla alla nostra tradizione, anzi, la arricchisce.”
La Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) ha difeso con forza le scelte stilistiche, affermando che la giacca è stata progettata per rappresentare al meglio l’Italia nelle occasioni formali, senza compromettere l’identità sportiva della squadra. Le divise, infatti, sarebbero il frutto di un lungo lavoro di ricerca e design, con l’intento di creare un risultato che unisse tradizione e innovazione, per rappresentare al meglio l’Italia sia in campo che fuori. Giorgio Armani, dal canto suo, ha risposto alle critiche dicendosi orgoglioso per il lavoro svolto e convinto che questa divisa diventerà iconica, un simbolo dell’Italia nel mondo, dell’eleganza e dello stile di cui è Patria indiscussa.
L’evoluzione delle divise della Nazionale: uno sguardo al passato
Per comprendere appieno le polemiche e le discussioni attorno alle nuove divise, è utile fare un passo indietro e osservare l’evoluzione delle maglie della Nazionale Italiana nel corso degli anni. Dalla storica maglia bianca con croce rossa del 1910, passando per l’introduzione dell’azzurro nel 1911, fino alle innovazioni degli ultimi decenni, ogni divisa ha raccontato una storia e ha rappresentato un’epoca del calcio italiano.
Negli anni ’80 e ’90, ad esempio, la maglia azzurra era caratterizzata da un design molto semplice, con pochi fronzoli e un focus sulla funzionalità. Con il nuovo millennio, le maglie hanno iniziato a incorporare elementi più complessi come pattern geometrici e dettagli in rilievo, diversificare i colori, non più solo azzurro ma anche bianco e oro, riflettendo un’epoca di crescente attenzione al design e alla moda nel calcio.
La percezione dei tifosi: tradizione vs innovazione (via social)
Uno degli aspetti più interessanti del dibattito sulle nuove divise è la percezione dei tifosi. Da un lato, c’è una forte nostalgia per le divise del passato, simboli di epoche gloriose e vittorie indimenticabili. Dall’altro, c’è la consapevolezza che il calcio, come qualsiasi altro settore, deve evolversi e adattarsi ai tempi moderni.
Le nuove generazioni di tifosi sembrano essere più aperte all’innovazione e apprezzano i tentativi di modernizzare le divise. Tuttavia, c’è anche un nutrito gruppo di appassionati che difende a spada tratta la tradizione e vede con sospetto ogni cambiamento troppo radicale. In Italia, poi, la tendenza a guardare al passato con gli occhi languidi di una nonna che guarda ai nipoti, ormai cresciuti, è anch’essa un fatto tradizionale.
I social hanno, ovviamente, giocato un ruolo cruciale nel dibattito sulle nuove divise. Piattaforme come X (ex Twitter), Instagram e Facebook sono state inondate di commenti, opinioni e meme sulle nuove maglie e, in particolare, sulla giacca formale. Gli hashtag #NuoveDiviseItalia e #PolemicadellaGiacca sono diventati trending topic in tempi record, dimostrando quanto il tema sia sentito tra i tifosi.
Molti influencer e fashion blogger hanno detto la loro, contribuendo a creare un dibattito acceso e spesso polarizzato. Alcuni hanno elogiato la FIGC per il coraggio di innovare, mentre altri hanno criticato aspramente le scelte stilistiche, vedendole come un tradimento della tradizione calcistica italiana.
Seconda polemica: la giacca del CT e un design..controverso
Luciano Spalletti, il commissario tecnico della Nazionale Italiana, è noto per il suo stile deciso e la sua personalità forte. Durante la presentazione ufficiale delle divise, Spalletti ha indossato una giacca che ha immediatamente attirato l’attenzione dei media e dei tifosi. La giacca, di un blu molto scuro con rifiniture dorate, è stata considerata da molti troppo appariscente e distante dallo stile tradizionale associato al calcio.
Le critiche non si sono fatte attendere: sui social molti tifosi hanno espresso il loro disappunto, definendo la giacca “troppo pomposa” e “più adatta a una serata di gala che a un evento sportivo”. Alcuni hanno ironizzato sulla scelta, suggerendo che Spalletti sembrava pronto per una passerella piuttosto che per una panchina di calcio.
Ma quella che ha destato veramente grandi polemiche, finanche momenti di ilarità, è stata la giacca sfoggiata dal CT e dalla panchina, durante il primo incontro disputato tra Italia e Albania. Il trend dei commenti ha visto incoronare la giacca come la nuova vestaglia must to have per la prossima stagione autunno-inverno dato il taglio, il tessuto molto pesante alla vista, e il colore scuro. E nemmeno la scritta “Italia” sul retro della giacca ha potuto mitigare l’onda dei commenti negativi, riscuotendo un definitivo “NO” agli occhi del popolo dei social.
Prima o poi un equilibrio si troverà
Le nuove divise della Nazionale Italiana agli Europei 2024 rappresentano un tentativo ambizioso di trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione. Ma non è la prima volta che le nuove divise della Nazionale suscitano polemiche più o meno rumorose (anche agli ultimi Europei si era alzato non poco polverone) e queste polemiche sono un segno di quanto i tifosi siano legati alla maglia azzurra e di quanto questa rappresenti per loro molto più di un semplice indumento sportivo (e di quanto siamo irrimediabilmente refrattari al cambiamento).
La sfida per la FIGC e per i designer è riuscire a creare divise che possano essere apprezzate sia dai puristi del calcio sia dai più giovani, aperti alle novità. In un mondo in continua evoluzione, anche il calcio deve trovare il modo di rinnovarsi, senza però dimenticare le sue radici e la sua storia. Per questi Europei il “dado modaiolo” è tratto (di quello sportivo ne parleremo dopo la partita di stasera) e solo il tempo dirà se le scelte di stile della FIGC e di Giorgio Armani saranno ricordate come un successo o come un passo falso. In ogni caso, la Nazionale Italiana non è passata inosservata!