Sommario
Pantone per i consulenti d’immagine significa soprattutto colore dell’anno, sfumature sulle quali giocare con i propri clienti. Sfumature con cui rendere le loro palette personalizzate in trend con il momento. In realtà Pantone è l’Istituto Pantone che, come si legge sul sito ufficiale ha lo scopo di fornire un “linguaggio cromatico universale che consente a marchi e produttori di prendere decisioni critiche in materia di colore in ogni fase del workflow.”
I Pantone standards
Era il 1963 quando Pantone rivoluzionò il settore della stampa con il coloratissimo PANTONE MATCHING SYSTEM®. Un innovativo strumento che consente a tutti coloro che lo desiderano di selezionare, esprimere e riprodurre dei colori esattamente come quelli presenti nella palette.
Questo strumento arriva in un momento in cui era necessario fare ordine e fornire un mezzo per poter esprimere in maniera universale – il codice colore pantone – le tonalità. All’interno della palette Pantone trovano posto gli standard cromatici tramite un sistema di numerazione proprietario e una serie di schede colore. Oggi ormai divenute l’emblema del marchio Pantone.
È importante tenere presente che il linguaggio cromatico pantone non viene utilizzato sono nel mondo della moda, intesa come tutta la filiera: tessile, abbigliamento, bellezza. Viene infatti usato anche da tutte le aziende che rivolgono un’attenzione particolare al colore, dal design interni, architettonico e industriale. Stiamo parlando quindi di oltre 10.000 standard cromatici riprodotti sui più svariati supporti. Quali per esempio materiali per la stampa, tessuti, materie plastiche, vernici e rivestimenti.
H2: Oltre gli standard cromatici
Pantone è anche un trend setter. Tutti aspettano il mese di novembre per scoprire quale sarà il colore
dell’anno, o i colori. Infatti durante il lockdown hanno voluto raddoppiare, indicando proprio due tonalità: Illuminating Yellow e Ultimate Grey
Da qui un primo elemento che caratterizza l’attività di pantone: lo stretto collegamento con la realtà e la contingenza contemporanea. Non a caso quell’anno sono stati indicati due colori. Da una parte sottolineavano il momento di difficoltà da attraversare, dall’altra davano una prospettiva di rinascita, con pennellate di giallo vivo.
Il Pantone 2022 proponeva “Very Pery”, con il significato ben preciso di “la cui Coraggiosa Presenza Stimola Inventiva E Creatività Personale.”. Si parlava di ripartenza, rinascita e supporto a chi volesse rimettersi in gioco, dopo il periodo complicato del Covid.
Per il 2023 è difficile fare pronostici: sicuramente tra i colori in trend ci sono le tonalità pastello del rosa. A confermare questa ipotesi c’è anche un articolo di Pantone, pubblicato sul proprio magazine, in cui si spiega questa tonalità. Potrebbe essere un falso indizio, per depistare i consulenti d’immagine, o una pista che solo i più attenti potrebbero seguire.
Colori Pantone per i consulenti d’immagine
Conoscere il Pantone dell’anno è essenziale per i consulenti d’immagine perché permette di essere aggiornato sui trend del momento. D’altra parte trascurare le indicazioni di Pantone significherebbe avere una visione parziale del proprio settore. Il colore dell’anno non deve essere un’ossessione, ma un’indicazione.
Spazio quindi al suo utilizzo nella palette personalizzata del proprio cliente purché questa tonalità sia di suo gradimento. Non è obbligatorio inserire i colori Pantone. Ma è un “Nice To Have” nel caso in cui la persona che ha di fronte lo gradisca.
Bisogna infatti ricordare che lo scopo di Pantone, come quello del consulente d’immagine, è quello di creare strumenti. Nel primo caso con la propria attività e nel secondo caso con la palette personalizzata che siano sempre validi per le persone a prescindere dall’anno, dalla stagione e dalle mode.
Il Mito dei linguaggi universali
La moda ha la pretesa di essere un linguaggio semiotico universale, capace di comunicare un messaggio senza parlare. Ma quale è il vero strumento di cui si serve la moda per raggiungere questo obiettivo? I colori. Immediatamente viene alla mente un mito stupendo, quella della Torre di Babele.
Tutti ricordano la pars destruens del mito, quello in cui gli uomini non parlano più un linguaggio comune, puniti per la propria superbia di aver costruito la Torre. Il mito mesopotamico, simile a miti di altre culture antiche, tra cui quella sumera, e quelle moderne come in quella messicana, ha invece una prima parte in cui si narra di uomini che parlano la stessa lingua e vivono in armonia. Il linguaggio era lo strumento attraverso il quale comunicavano, comprendevano ed esprimevano bisogni, ambizioni e aspirazioni.
Non è forse quello l’obiettivo di Istituto Pantone? Quello di ricreare le condizioni di concordia e comprensione reciproca che il mito aveva auspicato? Ci piace immaginare, con un pizzico di audacia, che Pantone sia il luogo di una Moderna Babele. Fondata però su criteri di riconoscibilità per tutti, edificata sulla concordia e l’unione.