Sommario
Insieme a Marta Zangheri, ideatrice di Iconestesia, il nuovissimo metodo di classificazione dei volti umani, abbiamo parlato di consulenza d’immagine. Di propensioni innate, di percorsi di vita già scritti e del coraggio di cancellare quelle scritte. Disegnarci sopra con un bel pennarello. Tra dettagli, segreti e progetti futuri ecco la sua intervista.
Prima di tutto Marta mi piacerebbe che tu mi raccontassi da dove vieni. Da dove viene la tua appartenenza a questo mondo? Hai sempre gravitato nella consulenza (o simili)? Oppure ci sei arrivata? E come?
Sono profondamente convinta che senso estetico, empatia, sensibilità e attenzione al dettaglio siano aspetti
essenziali per un consulente di immagine.
Oltre ciò aggiungerei una buona dose di sicurezza, che non guasta mai in qualsivoglia professione. Il consulente di immagine deve porsi come guida capace di individuare la versione migliore del proprio cliente.
E al contempo declinare questo suo ideale sulle esigenze/aspettative del cliente stesso. Porsi come guida gentile e disponibile all’ascolto ritengo sia la chiave per il successo in questa professione.
Quali credi siano, oggi, i talenti (le doti se preferisci) che un consulente d’immagine deve avere?
Sono profondamente convinta che il senso estetico, l’empatia, la sensibilità e l’attenzione al dettaglio siano aspetti essenziali per un consulente di immagine in questo tempo.
Oltre ciò aggiungerei una buona dose di sicurezza, che non guasta mai in qualsivoglia professione.
Il consulente di immagine deve porsi come guida capace di individuare la versione migliore del proprio cliente ed al contempo declinare questo suo ideale sulle esigenze/aspettative del cliente stesso. Porsi come guida gentile e disponibile all’ascolto ritengo sia la chiave per il successo in questa professione.
Pensi che il tuo mestiere sia congruamente accreditato? Se si da cosa lo riscontri? Se no invece cosa credi manchi affinché lo diventi?
Penso che ci sia ancora un po’ di strada da fare in questo senso. Credo manchi più di tutto è un albo professionale a cui si possano iscrivere i professionisti appartenenti alla consulenza d’immagine. Un albo che riconosca l’esclusività della formazione, a cui ci si possa iscrivere solo avendo seguito un preciso percorso formativo. Tutto questo garantirebbe la professionalità del consulente e tutelerebbe il mestiere dal punto di vista qualitativo.
E ora veniamo al tuo metodo: parliamo di lui! Come nasce, da cosa nasce, Iconestesia?
PARAGRAFO Iconestesia nasce dal mio spirito di osservazione dei volti umani che, come ti dicevo, ha radici molto profonde. Inizia in tenerissima età: ho sempre fissato le persone, mi piaceva moltissimo osservarle e tentare di percepire le loro emozioni. Quello che stavano pensando, quello che le preoccupava o che le rendeva felici.
Dalla mia passione per l’armocromia, per la quale fu subito amore, emerse un’esigenza più profonda. Un bisogno di spiegare un qualcosa che “mi mancava” nella valutazione armocromatica. Da qui il conseguente tentativo di dare un nome a questa mancanza. Alla differenza che sussisteva tra due individui che condividevano stagione armocromatica e shapes. Perchè c’è una differenza sostanziale sul come valorizzare due individui della stessa stagione se l’impatto è diverso.
È così che è nata nel 2020 l’Iconestesia. Inizialmente si è delineata nella mia testa poi, trascorso qualche mese, sono riuscita a tradurla in un sistema classificativo comprensibile. E soprattutto ripetibile. In sostanza l’Iconestesia è un sistema di classificazione e valorizzazione dei volti umani.
Deriva dal greco “eikon” che significa figura, immagine ed “estesia” che significa sensazione, percezione. Sta a significare la sensazione che ci rilascia un volto quando lo osserviamo. I volti vengono classificati in 6 impatti sulla base di specifici fattori espressivi e fisionomici. A seguito di questo vengono valorizzati in un modo specifico ed unico per ciascun impatto.
L’Iconestesia, conoscenza del proprio impatto, guida nella reinterpretazione dell’immagine, traducendola nella sua versione migliore, quella più credibile ed efficace. L’impatto guida nella distribuzione del colore, nel make-up, nello stile di abbigliamento, nell’hairstyle ecc. Il tutto sulla base del fatto che suscita precise “ripercussioni” sociali, precisi istinti nell’occhio di chi guarda.
Come si inserisce il metodo Iconestesia all’interno dei parametri di analisi più noti?
L’Iconestesia si inserisce nella consulenza di immagine come strumento che fa da ponte tra armocromia, forme e stile personale. Una sorta di minimo comune denominatore che potenzia ciascun sistema di analisi già noto. Si aggiunge alla valutazione che effettua il consulente permettendo a colori e forme di combinarsi alla perfezione.Di trasformare l’immagine nella sua versione migliore, facendo combaciare tutto quanto.
Quale credi sia il valore aggiunto che può offrire affiancare il tuo metodo agli altri?
L’Iconestesiadàunvaloreaggiuntoalle proprie consulenze. Si porta la consulenza di immagine da un piano esteriore ad uno molto più interiore e personale. Rende la persona consapevole di quello che suscita il suo impatto. Infatti, le permettiamo di acquisire il potere di sfruttare queste doti fisiche mediante l’immagine.
Ma la consapevolezza personale non è l’unico vantaggio ovviamente. L’Iconestesia è uno strumento che ci rende capaci di far performare l’immagine al meglio delle sue potenzialità. In quanto ci allineiamo ai bisogni della nostra capacità comunicativa.
Svelami un segreto che pensi possa fare la differenza per una persona che sta cercando la sua “immagine”
Il segreto appare scontato: conoscere il proprio impatto. Noi comunichiamo ancora prima dei colori o degli stili che indossiamo, i nostri occhi inviano chiari messaggi. La conoscenza del nostro potere espressivo ci permetterà di non rimanere slegati, da un colore o capo di abbigliamento. Ci permetterà invece di fonderci con esso in piena armonia.
E per finire: cosa c’è nel futuro di Marta?
Nel futuro c’è senz’altro l’Iconestesia, ci sono le consulenze e c’è la formazione ai professionisti, proprio come nel mio presente. C’è l’ingresso della mia disciplina in ambito accademico e ci sono poi diversi progetti formativi che vorrei ampliare. Mi piacerebbe espandere il mio metodo sempre più, portandolo laddove non si conosce ancora ed ampliandone il raggio di azione.
Le idee sono molte e l’intraprendenza non mi manca più. Per questo non vedo l’ora di conoscere il domani con immutato entusiasmo e vedere dove mi porterà questo bellissimo progetto.